"Bilancio attento al welfare". Il Pd: "Servizi erogati grazie alle tasse"

TERAMO – Mantenere inalterati i servizi o intervenire sulla pressione fiscale? Il rendiconto consuntivo del bilancio approdato oggi in Consiglio comunale è la sintesi di scelte che rispondono all’attenzione al “welfare” da parte dell’amministrazione secondo l’assessore al Bilancio Alfonso Di Sabatino che ha espresso una moderata preoccupazione per la tenuta dei conti. Soddisfazione ha espresso l’assessore Di Sabatino per il rispetto del patto di stabilità (fatto che non pregiudicherà il taglio a nuovi trasferimenti , l’accensione di nuovi mutui e il taglio degli stipendi) e per il mancato ricorso ad anticipi di tesoreria e di cassa, meno soddisfatto per le difficoltà di copertura delle spese correnti. Dal documento emergono però due aspetti in particolare: l’autonomia del Comune nella copertura di gran parte delle sue spese nonostante i tagli del Governo e un certo “ingessamento” nella spesa e nella liquidità. Il Comune, a causa dei vincoli imposti dal patto di stabilità ha in cassa più di 9 milioni di euro che non può spendere. Rigidi anche le voci di spesa: solo il personale assorbe più del 28%, a sfiorano il 6% della spesa gli interessi passivi sui mutui contratti in passato. Il risultato del bilancio corrente è una passività di 1milione e 299 mila euro e un avanzo di soli 85mila euro. La nota positiva è che grazie alle entrate tributarie il Comune di Teramo riesce a coprire il 91% delle sue spese, somme che si traducono in servizi che non sono stati intaccati e che il Comune copre per il 70% del loro costo complessivo e che si concentrano sulla refezione scolastica, asili, trasporto scolastico e impianti sportivi. Basso anche il livello di indebitamento che la legge fissa all’8% mentre il Comune di Teramo si attesta sul 6,6%. Nota dolente del rendiconto consuntivo è il capitolo della pressione fiscale (sulla quale incide però anche la Tia entrata per la prima volta nelle poste del bilancio comunale). Nel 2010 i teramani pagavano per le tasse 710 euro pro capite, nel 2012 hanno speso 742 euro. “Un incremento c’è stato – spiega Di Sabatino – ma questo però non è stato proporzionale ai drastici tagli che abbiamo subìto dallo Stato: da 218 euro pro capite siamo passati a riceverne solo 23 euro procapite. Certo è legittimo pensare che la pressione fiscale è aumentata, ma praticamente il Comune, rispetto agli anni precedenti, ha potuto contare solo sulle sue forze”. Perplesso si è dichiarato il capogruppo del Pd, Giovanni Cavallari secondo cui il Comune non può continuare a garantire i servizi a scapito della pressione fiscale. “Vanno ridotte le spese – ha detto Cavallari, ma soprattutto bisogna puntare sulla capacità di attrarre fondi comunitari. L’amministrazione ha istituito un assessorato alle Politiche comunitarie, perché non farlo fruttare per coprire le spese invece che aumentare le tasse?”